da designer a re-designer
Tra i buoni propositi per il nuovo anno c'è sicuramente quello di ridare un po' di vita a Typomilan.
Inizio mettendo in vetrina un progetto di tesi di un mio vecchio amico nonché compagno di studi per molti anni al Politecnico.
Il progetto in questione è denominato Re-designer e l'autore è Francesco Franchi.
È un'analisi sul mondo dei quotidiani, le attuali strategie, i possibili scenari e il ruolo che un designer o un progettista possono avere nel mondo della carta stampata di oggi.
Per ora è disponibile una bella galleria su Flickr ma a breve credo prenderà vita il sito www.re-designer.org.
Questo è il breve abstract scritto dall'autore:
Nella società contemporanea il quotidiano non è più solamente un giornale che viene pubblicato ogni giorno. La sua definizione si è estesa e non si dovrebbe attualmente parlare di quotidiani, ma di brand mediatici che confezionano e distribuiscono storie multicanale: dal momento in cui la notizia accade fino all'uscita del quotidiano, il giorno seguente. I lettori sanno che quando acquistano il quotidiano le notizie sono già vecchie e, per questo motivo, cercano contestualizzazione, approfondimento e chiedono una selezione. Essere un newspaper designer significava, fino a pochi anni fa, occuparsi esclusivamente dei layout delle pagine e delle fonti tipografiche; oggi significa invece ripensare all'intero processo.
Scopo di questa tesi è riflettere sulla trasformazione in corso, cercando di valutarne le criticità, ma anche le opportunità. Essa vuole proporre il passaggio dal redesign al RE-Designer, un nuovo paradigma progettuale ed una nuova epistemologia della pratica professionale del designer. La proposta si fonda sulla considerazione che l’immediata reazione, impulsiva e superficiale, della maggior parte dei quotidiani, nostrani ed esteri, è stata una corsa a rifarsi il trucco — dimagrendo per abbattere i costi della carta e sfoggiando il full color per cercare di piacere agli inserzionisti e a un numero maggiore di lettori — senza un’approfondita e precedente riflessione sulle ragioni di quanto sta accadendo. Si avanza l’ipotesi che in contesti progettuali favorevoli, il progettista possa acquistare un ruolo rilevante grazie alle sue caratteristiche di multidisciplinarità, empatia e creatività, caratteristiche che sono funzionali allo sviluppo della capacità di comprendere la realtà-società-complessità e finalizzate alla riuscita di un buon progetto di redesign; inteso non come ri-disegno, ma come ri-progetto e ri-pensamento. Questa tesi vuole sottolineare l’importanza del modus operandi del designer e la sua integrazione, nel processo decisionale prima e nel gruppo di lavoro poi, al fine di creare un prodotto editoriale di successo, laddove l’innovazione — al di là della distribuzione, della forma e del contenuto — sta in un flusso produttivo ottimizzato, in cui pianificazione, creatività e lavoro di gruppo sono il fulcro del processo di confezionamento dell'informazione.
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